venerdì 1 aprile 2022
#ilcoreografodelmese
di aprile è Alain Platel, artista tra i più interessanti della danza
contemporanea.
Per avvicinarsi ai suoi spettacoli in cui crea momenti di
vera poesia gestuale e corporea Vsprs,
coreografia del 2006, tra sacro e profano, si ispira al repertorio
liturgico di Claudio Monteverdi, intreccia musica barocca, la voce di un
soprano e la musica jazz di Aka Moon, mista a ritmi gitani.
Per
chi o per cosa saremmo disposti a sacrificare la nostra vita? Una
domanda cruciale, forse impossibile, diventa per Alain Platel il punto
di partenza della sua ricerca sulla Passione secondo Matteo di J. S.
Bach. Nasce così Pitié, coreografia del 2009 che idealmente prosegue
il lavoro di Vsprs, sui Vespri di Monteverdi.
In Out of contest - for Pina Alain Platel rende omaggio alla coreografa
che più lo ha ispirato all'inizio della sua carriera: «Quando ho
iniziato il mio percorso negli anni Ottanta, in modo non professionale,
il lavoro di Pina mi dette l’impressione di un teatro libero, dove si
dava maggiormente attenzione alle persone che ad un progetto. Ero
meravigliato nel vedere il modo in cui lavorava con i danzatori e la
straordinaria relazione che si creava tra di loro. Ricordo che quando
vidi per la prima volta una sua performance rimasi colpito dalla
sensazione di affinità che emergeva tra i performer mentre erano sul
palco. C’era un’empatia totale. E questo aspetto ha sicuramente ispirato
il mio modo di lavorare».
Tauberbach è un lavoro che tocca nel profondo, uno spettacolo che è un’esperienza da vivere.
Alain Platel mette in scena un’iniziazione, un battesimo, una consacrazione, una guarigione dell’anima: l’incontro con quell’insieme di strani e marginali personaggi che popolano, in alcuni Paesi, le discariche di immondizia, alla ricerca della propria sopravvivenza grazie agli scarti della società.